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(Intervento all'assemblea della  FAO - Roma 13-11-1996)

Scusatemi, ma debbo concentrarmi un pò, come gli atleti, in questa Olimpiade della solidarietà. E' difficile per me, quando mi trovo in mezzo ad un gruppo di persone, di personalità e specialmente in mezzo a gente così nobile e generosa come voi.

Debbo incominciare chiedendo scusa per il ritardo, perché tutto si è organizzato presto, tutti eravamo pronti, ma l'organizzazione delle misure di sicurezza, può darsi, hanno ritardato un po’ l'attività. In ogni modo, io ero protetto da una corazza molto forte, ancora più forte di quella usata lo scorso anno a Gerusalemme: è' lo scudo che possiamo chiamare "scudo dell'amore", se mi permettete di usare una parola poetica, che alcuni uomini mi hanno offerto per tutta la vita; è lo scudo della coscienza degna, lo scudo di sapere che quello che si fa è giusto.

La vostra presenza, e le vostre idee sono la massima protezione. So che sono qui assieme con coloro che rappresentano le principali organizzazioni di solidarietà con Cuba, che sono tante, e tutti mi hanno detto che in Italia il movimento di solidarietà con la nostra patria è uno dei più forti ed uno dei più organizzati. E che cosa posso dirvi? Non precisamente grazie, perché quello che voi fate vale molto di più di un semplice grazie.

Sono venuto in Italia con molto piacere e non vi parlerò della mia epoca di studente in cui tanto ho letto sulla storia di questa penisola, sulle sue glorie e sui suoi eroi, e non sono venuto nemmeno per criticare gli imperatori romani.

Per me è molto meglio parlare delle virtù di questo popolo. Mi ricordo che quando ero studente, un giorno leggevo un libro di Tito Livio che parlava di un prigioniero condannato al rogo il quale chiese una fiaccola accesa e vi pose sopra le mani. Spirito guerriero. Quello stesso spirito della pace, della fratellanza che caratterizza voi e questa Italia.

E' una fortuna che il vertice sull'alimentazione nel mondo si sia tenuto a Roma. Prima di questo ci sono stati altri quattro vertici importanti negli ultimi anni, ed ho avuto la fortuna di non esserne stato escluso. Ciò è stato possibile ad una condizione: che non dovevo parlare più di sei o sette minuti, perché ho la fama di fare discorsi lunghissimi.

Da ogni tribuna mi sono rivolto al popolo, perché il nostro lavoro principale è quello di trasmettere idee, per convincere, procurare, insegnare quel pò che sappiamo e quel tanto in cui crediamo. Questo è uno dei precetti della rivoluzione che ha consentito e conquistato la simpatia.

In quanto al tempo, ho imparato a parlare anche cinque minuti. Ci sono molte verità in questo mondo, così grandi e così preoccupanti, che è impossibile enunciarle in cinque minuti. Il tempo di ringraziare gli anfitrioni, il telegramma sul mondo cattivo, sulla fame, sulle provocazioni, ecc. ecc., come io faccio.

Altri parlano di più, quindici, venti minuti. Spesso mi sono dedicato a prendere nota di quanto parlava ognuno di loro. Bene, mi sentivo soddisfatto di essere disciplinato, ma vi posso dire, per esperienza, che le verità sono le verità e le verità hanno una grande forza ed hanno un buon impatto tra gli amici, ma anche tra gli avversari.

Credo che queste conferenze internazionali hanno aiutato a creare una coscienza. Per esempio, a Rio de Janeiro alla Conferenza sull'Ambiente (lo dico con tutto rispetto) ho la certezza che molti miei colleghi non abbiano mai sentito parlare di ambiente.

Oltre ai politici così ignoranti sono inclusi anche quelli che ci insegnano qualcosa, e questo è un passo in avanti. L'ambiente è una vera tragedia della nostra epoca. Stiamo distruggendo il pianeta, senza ordine né coscienza.

Ho parlato ieri di Adamo ed Eva condannati a guadagnarsi il pane con il sudore della fronte, ma questo non è permesso ai tanti disoccupati, ai contadini senza terra e a milioni di uomini che non hanno la possibilità di guadagnare il pane con il sudore della propria fronte.

Si è detto che questo mondo diventerà una valle di lacrime, ma ammettiamo che non è mai stato una valle di lacrime, durante tutta la storia, per una parte minoritaria, si può aggiungere che essi erano condannati a distruggere la natura (nella Bibbia si parla precisamente dell'Apocalisse, e questo disastro dell'ambiente ricorda l'apocalisse).

A Copenaghen si parlava dello sviluppo sociale. Sentire i governi parlare dello sviluppo sociale è veramente una meraviglia! Parlare dell'istruzione, della salute, delle tasse, del lavoro sembrava qualcosa di irreale, di estranea, di qualcosa che si dice in vista delle elezioni.

In un altro vertice si parlava delle comunità, dei problemi sociali, del problema della casa, dei servizi pubblici, del fenomeno che nelle città si concentrano i contadini che non hanno un posto di lavoro e che preoccupano tutte le città. Questo è stato un problema ogni volta più grave. In ogni modo penso che le Nazioni Unite debbano fare un grande sforzo per formare le coscienze e, allo stesso modo, il vertice per l'alimentazione si è fatto per calmare e creare le coscienze, perché il problema è peggio di quello che si è detto, senza dire altro per non essere così triste.

Ieri ho menzionato alcuni dati nella conferenza stampa, uno, due, tre dati, per esempio: l'umanità è nata da due milioni di anni, voi potete immaginare cosa sono due milioni di anni, e si è arrivati al primo miliardo di abitanti. L'ultimo miliardo lo si è raggiunto solo negli ultimi 11 anni. In questa decade, praticamente, siamo arrivati a cinque miliardi e mezzo e, praticamente, nel 2.000 supereremo i sei miliardi.

La situazione è gravissima e come governi degli uomini e delle donne, dobbiamo trovare una soluzione all'interno delle diverse idee, concezioni, crediti e fedi. Dobbiamo trovare alcune opzioni perché gli indici matematici dicono che stiamo marciando verso una situazione insolubile. Instabilità e crisi in ogni parte del mondo, ma chi può capire questo mondo?

Dicono che è finita la "guerra fredda", ma quando si spende in armi (dicono che oggi sono più di 700 miliardi di dollari) per ammazzare? Non sarebbe meglio spendere la metà di ciò per lo sviluppo dei paesi? per combattere la povertà? Come chiamarci civilizzati se non facciamo questo? e perché vogliamo, ogni volta, armi micidiali? Un missile che passa attraverso la cruna di un ago, come il cammello! Alcuni interpretano questo dicendo che il cammello non può passare attraverso la cruna dell'ago, ma i missili sono capaci di colpire la punta dell'ago: dicono che sono armi intelligenti. Ma dov'è l'intelligenza, se parliamo di brutalità? Perché si desiderano queste armi, se non per dominare gli altri? E perché dominare gli altri? Perché tanti aerei invisibili, se poi gli effetti delle loro bombe sono visibili? Cosa succede in ogni parte del mondo.?

Se io avessi avuto il privilegio di parlare con Cristoforo Colombo gli avrei detto: Cristofobal, non scoprire questo mondo perché cercherà subito di avere una base militare in ogni parte del globo, compresa Cuba.

Come vedete, anch'io sono anti-nordamericano! Sono critico verso quel potere Nord Americano che sottomette principalmente il suo stesso popolo, quel popolo Nord Americano che ha tanta nobiltà e tanta bontà, ma che non ha libertà. Pensiamo a quelle persone che negli Stati Uniti non possono votare (solo il 48% della popolazione americana partecipa alle votazioni), perché non hanno il diritto di sapere per che cosa stanno decidendo, così come non possono decidere cosa fumare, se fumano, o quale bibita scegliere se la Pepsi-Cola o la Coca-Cola e nel dubbio si confondono e finiscono col prendere solo la coca. Essi non sanno nemmeno quale camicia indossare se non la vedono prima in televisione (non succede come a me, che indosso questa camicia azzurra solo perché me l'hanno regalata). Tutti i poderosi mezzi di comunicazione si sono impossessati della mente delle persone e le hanno lasciate senza più la voglia di libertà.

Si parlava del mondo, dell'uso della forza nel mondo, delle armi sofisticate. Perché, perché, perché...

Questi argomenti si dovevano discutere nei vari vertici. Si doveva discutere, per esempio, di due argomenti che sono i migliori affari del mondo: le armi e la droga. L'industria delle armi è la prima industria nel mondo, con i suoi 800mila milioni di dollari di fatturato, mentre la seconda è quella della droga, con i suoi 500mila milioni di dollari di fatturato.

Le armi si vendono a tutti i paesi poveri e poi si proclama, quasi come un merito, che nel mondo non esistono più di 800 milioni di affamati.

Che senso ha tutto ciò; che prospettiva si offre al mondo?

Il quarto punto è quello del combustibile. Il combustibile è necessario per trasportare i beni da un posto all'altro, ma bisogna dire che l'abuso scriteriato dell'uso del combustibile ha provocato il deterioramento dell'ambiente. E' una terribile minaccia: l'atmosfera si sta surriscaldando negli ultimi anni ancor più che durante gli ultimi secoli e questo sta provocando grandi disastri naturali: più cicloni, più desertificazione, meno possibilità di produrre beni essenziali.

Gli Stati Uniti sono uno dei bacini di consumo più grandi che custodiscono le più ampie riserve di beni. Ma anche l'Argentina, come il Brasile, sono potenzialmente dei grandi produttori, ma non hanno i soldi necessari per produrre.

Potete constatare anche voi come a questi vertici, i capi degli stati ricchi non partecipano, perché ogni conferenza apre la discussione su tutti questi problemi.

Nell'ultimo anno, ad esempio, sono stati prodotti 100 milioni di tonnellate in meno di cereali e nello stesso tempo la popolazione mondiale è cresciuta di oltre 500 milioni di individui.

Questi sono problemi reali, apparentemente insolubili e che resteranno insolubili, a mio avviso, senza una politica di solidarietà.

Un uomo di grande talento (che non voglio menzionare, ma che possiamo immaginare facilmente chi sia), ha detto che in un solo paese si è speso solo in alimenti dietetici oltre 20 volte in più del budget della FAO; e diceva anche che in molti paesi ogni settimana si spende in alimenti per gli animali domestici una cifra pari al budget della FAO.

Anche io vorrei essere un animale domestico!

Non voglio proclamare, ora, di mettere alla fame gli animali domestici, ma penso che tutti dobbiamo convivere, inclusi i poveri. Non nego i diritti dei cani e dei gatti, ma non posso dimenticare quelli dell'uomo!

Queste sono le statistiche, ma nella realtà, nelle nostre riunioni, queste cose non vengono fuori.

Si parlava prima dell'ambiente e possiamo affermare che di questo passo la terra si distruggerà: scompaiono le foreste, i deserti avanzano, il buco dell'ozono si allarga, le acque si stanno avvelenando. La sola pesca è passata da 22 milioni di tonnellate al giorno a 100 milioni di tonnellate all'anno: tutto ciò è preso in considerazione in questa riunione, ma restano i gravi problemi sociali per quei popoli che non riescono ad aggiornarsi, che perdono il passo con la realtà. Questa è la grave situazione.

Alcuni dirigenti non possono dichiarare la verità, non possono dire quello che vogliono, perché tolgono loro i crediti del fondo monetario o della Banca mondiale, le assicurazioni sui crediti alimentari e non sono più garantiti. Potete immaginare la grande quantità di uomini politici che hanno un personale timore.

Io sono trattato bene, applaudito, ma non perché io sia migliore degli altri, non perché sappia parlare, ma sono certamente le speciali circostanze che ho avuto, il fattore avverso o il privilegio, che ci hanno escluso da tutto, dal fondo monetario, dalla banca mondiale, dalle banche regionali e che siamo da 35 anni sotto il blocco economico. Alcune persone non possono fare affari con Cuba perché, più che un blocco, si tratta di una guerra economica, esclusivamente economica..

Ecco perché sono libero di parlare.

Mi domando cosa farei se fossi nelle stesse condizioni degli altri. Può darsi, per un senso elementare della giustizia, che direi le stesse cose. Preferirei dire le stesse cose che dico ora, ma non sarei più un politico. Andrei certamente a fare compagnia a Padre Nicola. (frate del convento di Assisi, presente all'incontro - ndr)

Ma nella vita bisogna vivere per qualche cosa, con un ideale, ed è ciò che ho fatto.

Non voglio dire quante bugie si sono dette su Cuba e vi ringrazio per aver capito la verità. Con la vostra intelligenza, il vostro cuore avete respinto le calunnie e l'infamia su Cuba che è uno dei pochi paesi al mondo, e certamente l'unico nella nostra regione, dove non è mai esistito uno Squadrone della Morte, dove mai c'è stato un desaparesido in più di 35 anni, o un oppositore politico assassinato, o un torturato, e dove non si sono mai negati i diritti ai cittadini. Eppure la CIA ha diffuso mille calunnie contro la Rivoluzione, ma la verità è stata sempre la verità e il nostro popolo è orgoglioso della politica perseguita. Nello stesso tempo è offeso dalle calunnie. Le calunnie offendono tutti i popoli nobili e nessuno di loro può subire a lungo un governo che va contro i principi etici, con l'ingiustizia, la disuguaglianza, che vieta la libertà.

Il nostro popolo è fiero della rivoluzione fin dal momento in cui stavamo lottando sulle montagne contro i criminali che si arricchivano con il sangue dei cubani. Qualsiasi persona che oggi visita Cuba, sia esso un semplice turista che un politico, potrà verificare questo orgoglio.

Quando si parla della democrazia a Cuba, emerge che nel nostro paese (lo dico con assoluta convinzione) si è sviluppata una forma politica che è riuscita a mantenere l'unità popolare, la sua capacità di lottare e di resistere, senza le quali oggi non esisterebbe la rivoluzione cubana.

La nostra è una società più democratica di quella di Atene, perché noi ci siamo sempre riuniti nelle piazze (certamente le nostre piazze sono più piccole di quelle di allora) e pur senza altoparlanti abbiamo reso uomini liberi tutti i cittadini cubani che prima erano schiavi, che prima, appena superati i 20 anni, non potevano riunirsi in piazza per nessun motivo, che prima non potevano avere nessun oratore.

E tutto ciò che abbiamo fatto è stato quello di creare una società partecipativa, dove tutti hanno gli stessi diritti.

Per noi la piazza rappresenta il luogo dove i cittadini si riuniscono e discutono e dove, secondo la nostra Costituzione, ogni 2 anni e mezzo vengono elette le rappresentanze municipali, provinciali e nazionali. E ogni cittadino, sia membro del Partito che un semplice simpatizzante o membro della Rivoluzione che viene proposto partecipa liberamente alla elezione. Durante tutta la competizione elettorale il Partito non interviene, e tutto ciò è normale.

E' proibito, per qualsiasi candidato, fare propaganda personale, proporre la propria biografia o denigrare l'avversario. I delegati eletti partecipano alla vita politica del paese, dal municipio alla provincia, al Parlamento nazionale.

Abbiamo anche noi un sistema pubblicitario elettorale, ma esso è legato al programma politico e non all'uomo, anche perché non possiamo certamente spendere 800 milioni di dollari per una campagna elettorale, come avviene negli Stati Uniti.

E' il merito della persona, in realtà, a vincere e non vale a nulla essere importanti o appartenere al partito. Il candidato. per essere eletto, dovrà superare 50% dei voti.

La partecipazione al voto è altissima, infatti più del 95% dei cittadini si esprime e nessuno, magari per protesta, straccia il proprio certificato elettorale rinunciando al proprio diritto.

A Cuba non c'è alcun abuso di potere o abuso di autorità. Nel nostro paese il popolo si sente sicuro, e solo grazie a ciò si può capire il miracolo della nostra rivoluzione e della nostra resistenza.

Dopo il crollo dell'URSS e del blocco socialista, abbiamo perso il 75% delle nostre esportazioni. In queste condizioni nessun paese al mondo avrebbe potuto resistere, solo un popolo educato, con una coscienza nazionale e un alto senso del patriottismo, con un forte senso del dovere ha potuto farlo.

Consentitemi di dire che più di mezzo milione di comunisti hanno compiuto la difficile missione del volontariato per resistere e combattere contro la discriminazione, offrendo un servizio gratuito al paese per permettere che la rivoluzione continuasse. E questi cittadini, medici, ingegneri, professionisti, studenti, ecc., non erano cubani, ma cittadini stranieri che hanno partecipato attivamente per garantire la resistenza cubana contro il blocco commerciale ed economico.

Nel frattempo Cuba ha sempre garantito ai giovani di molti paesi del Terzo Mondo l'istruzione, la sanità e l'ospitalità. C'è stato un momento in cui a Cuba erano presenti oltre 24mila studenti stranieri, ma anche oggi, nonostante la speciale congiuntura economica, ci sono ancora tantissimi studenti stranieri.

Ci accusano di violare i diritti umani, di avere un milione di prigionieri, ma quando l'apartade regnava in Sud Africa, quando nei paesi dell'America Latina sono spariti 30mila persone, quando in un paese come il Guatemala sono morte 100mila persone durante tanti anni di dittatura, i nostri uomini lottavano nel Sud dell'Angola contro l'invasione delle truppe sudafricane. Quando il Sud Africa era una potenza nucleare, noi abbiamo lottato contro quel paese nuclearizzato.

Oggi che cosa ci chiedono? ci chiedono di fare un passo indietro, di liquidare la rivoluzione. Ma noi sappiamo che la rivoluzione ci ha dato tutto: ha rappresentato l'indipendenza di Cuba da un paese il quale ha voluto sempre soltanto prendere, come appunto gli Stati Uniti.

Criticano Castro: cosa fa Castro? cosa hanno imposto a Castro, specialmente i Nord Americani? Mi hanno imposto un governo unipersonale, ma tra tutte le costituzioni del mondo quella che concede meno potere al presidente è proprio quella cubana. Io non posso nominare un ambasciatore (in sala c'è l'ambasciatore cubano, e lui sa che non sono stato io a nominarlo); non posso nominare un ministro o un pubblico funzionario; non posso firmare le leggi.

Il lavoro maggiore è demandato al popolo e, soprattutto, ai giovani quadri che hanno una grande preparazione e che sono certamente migliori di noi, perché la cosa migliore che ha costruito la rivoluzione è la virtù di riconoscere l'esistenza dei problemi, l'essere sempre insoddisfatti del progresso raggiunto.

Vorrei chiedere a coloro che ci accusano: a quanti bambini avete salvato la vita?

In un paese dove c'era il 60% di mortalità infantile nel primo anni di vita, questa percentuale è andata costantemente e drasticamente calando e anche ora che ci troviamo in particolare periodo, come quello odierno, è stata ulteriormente ridotta.

Ieri mi è stato chiesto di quanti medici dispone Cuba. Ebbene, abbiamo 62mila medici, cioè 10 volte in più del numero precedente la rivoluzione. E bisogna aggiungere che quando la rivoluzione ha vinto, oltre 3.000 di quei medici sono fuggiti negli Stati Uniti. Siamo rimasti quasi senza medici, senza professori, senza tecnici, anche perché abbiamo concesso, a chi voleva andarsene, di farlo senza impedimenti. Oggi abbiamo 21 facoltà universitarie di medicina specializzata e se mi chiedete come è stato possibile arrivare a tanto, debbo rispondervi che è stato solo un miracolo. E' il miracolo dell'equità e della giustizia che può produrre tanto.

All'inizio della rivoluzione ci dicevano che avevamo i maestri ma non i libri. Debbo dire che oggi abbiamo il più alto numero di insegnanti e nello stesso tempo il più alto numero di libri procapite del mondo. La carta migliore che abbiamo la utilizziamo per stampare i testi scolastici, perché per noi un buon libro, un nuovo libro, non rappresenta un'operazione commerciale. E' un grande sacrificio poter stampare buoni libri, ma se non lo avessimo fatto, allora come avremmo potuto ottenere quei 62mila buoni medici, come avremmo potuto ottenere più di mezzo milione di laureati, come avremmo potuto ottenere effettivamente il 100 per 100 della popolazione alfabetizzata, come avremmo potuto garantire a più del 90 per 100 della popolazione scolastica il proseguimento degli studi?

Come possiamo ottenere tutto questo se non partiamo da una giusta divisione di ciò che abbiamo, se non si divide con l'uguaglianza e la giustizia?

La nostra situazione sanitaria migliora di anno in anno. Vi do un ulteriore indice di analisi: 300mila bambini dal primo al quinto anno di vita vengono ogni anno salvati. Se l'America Latina avesse gli stessi indici sanitari di Cuba, di questa Cuba calunniata e bloccata, si potrebbe salvare almeno mezzo milione di bambini ogni anno, e se c'è qualche sistema diverso, migliore, è da dimostrare. E se ci sono, invece, sistemi politici che ammazzano, condizioni economiche che ammazzano, concezioni politiche che ammazzano oltre mezzo milione di bambini ogni anno, non possiamo dire che queste sono concezioni cubane, ma sono concezioni anticubane.

Lo stesso è successo con gli indios dell'America Latina, settanta milioni di essi sono morti durante l'occupazione del continente, in nome della civilizzazione. Ma in realtà eravamo noi sudamericani che avevamo scoperto la civiltà molto prima degli invasori, è questa la verità. E ancora milioni e milioni di indios sono caduti vittima della discriminazione, delle concezioni economiche e politiche. Non sono umane, non sono la civiltà, sono solo concezioni economiche, incivili. Vediamo anche ciò che succede in Asia ed in Africa. Non sono umane, non sono civiltà. E così succede in altre parti del mondo, e non voglio offendere nessuno, ma in quei posti ci sono tipi di governo che rispettiamo, ma che hanno spesso un re assoluto, altri sono padroni della ricchezza del paese, altri giocano milioni di dollari nei vari casinò d'Europa, altri hanno grandi palazzi, altri si vantano di avere migliaia di milioni di dollari.

Debbo dire, sull'onore dei compagni che ci hanno accompagnato in questa larga lotta, nella quale non mi considero né un capo né un leader, che sarò lì con il popolo, a lottare e scioperare, se necessario, con la coscienza di essere utile alla mia patria con qualsiasi lavoro.

Quello di oggi è uno dei compiti che mi sono assunto, e sono qui in nome di Cuba per ringraziarvi e per salutarvi, per difendere, più che le nostre idee, le cause giuste in questo mondo.

Vi posso assicurare che non c'è un solo ministro nel nostro paese che abbia un qualsiasi conto in banca, o che abbia una residenza in qualsiasi altra parte del mondo.

Gli uomini che così attuano la rivoluzione sanno, quando sono così profondamente convinti, che difendono una causa giusta e che hanno il sacro dovere di lavorare assieme al popolo.

Non vorrei abusare oltre della vostra pazienza, ma ho sentito il dovere di dire alcune cose che pensavo. La vostra amicizia vi da il diritto di essere nostri giudici e di sapere tutto ciò che si possa sapere sul nostro paese.

Per ultimo contate sempre sulla nostra gratitudine, contate sempre sulla nostra realtà, contate sempre sulla nostra lealtà, contate sempre sulla nostra fermezza, contate sempre sul fatto che manterremo sempre le nostre idee con nobiltà e generosità.