Comunicato stampa

SINTESI CONCLUSIVA - Itinerari 2010

 Un notevole successo ha caratterizzato la Tredicesima edizione degli “Itinerari Gramsciani", conclusasi a Plataci, sabato 24 luglio 2010.
Una forte presenza di personalità della cultura, storici, docenti di varie Università italiane, ha dato vita ad un dibattito di alto livello culturale ed ha rispettato le attese del folto uditorio convenuto da ogni parte della Calabria.
Il tema preannunziato è stato certamente intrigante e di grande attualità: cogliere il Centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia per una riflessione approfondita sul Risorgimento e particolarmente sulla genesi della “questione meridionale”.

La complessità dell’argomento è stata sintetizzata nel tema del Convegno con la parola d’ordine “Il passato pesa sul presente”. Da questo passato sono stati fatti discendere argomenti dell’oggi: la rottura Nord/Sud; i processi di mondializzazione e la crisi degli stati nazionali; il distorto concetto di federalismo; il ruolo delle minoranze, con particolare riferimento a quella arbëreshe, nel processo risorgimentale.
Nella relazione introduttiva, l’On. Mario Brunetti, Presidente dell’Istituto Mezzogiorno-Mediterraneo, ha voluto ricordare, preliminarmente, il Professor Giorgio Baratta (venuto a mancare di recente), animatore della Sezione Italiana della International Gramsci Society, che nella sua attività ha, tra l’altro, messo in contatto le tematiche tipiche di cui si cimenta da tempo il MeMe sul Sud italiano, quale categoria interpretativa della mondializzazione, con quel “particolare” Sud che è l’America Latina, ed ha reso attuale le argomentazioni che producono annualmente gli “Itinerari” sulla “nuova questione meridionale” come grande “questione mediterranea”, collocata nel Convegno, dentro la disamina sul Centocinquantesimo dell’Unità d’Italia.
Non si tratta di una forzatura culturale, dato che – per portare un esempio – l’ultimo rapporto SVIMEZ, pubblicato in questi giorni, mostra, con l’aridità dei numeri, che il Sud è in caduta libera e suggerisce quella ricerca che da questo disastro si possa uscire solo con un processo di ristrutturazione produttiva per “fare del Sud una frontiera verso il Mediterraneo”. Ed è stato proprio questo uno dei temi al centro del dibattito.
Non è mancata, in questa disamina, un’analisi delle forze sociali e dei soggetti in conflitto. Un ruolo di primissimo piano, in questo contesto, è stato individuato nella minoranza italo-albanese, premiata da Garibaldi ed ignorata dalla storiografia ufficiale.
Di recente, presso l’Archivio di Stato di Torino, è emerso, dopo centocinquantanni di silenzio, l’elenco dei 51.000 uomini dell’esercito di volontari di Garibaldi (di cui oltre 31.000 meridionali), da cui nel momento in cui diverrà fruibile per gli storici, sarà possibile far emergere dall’oblio tutti i nomi degli”eroici albanesi” (come li chiamava Garibaldi) che si sono battuti al suo fianco.
Su questo filone di ragionamento si sono mosse le relazioni del prof. Guido Liguori, dell’International Gramsci Society, che ha percorso le tematiche del “Dizionario Gramsciano” da lui curato in collaborazione con il docente dell’Università di Bari, Pasquale Voza; del prof. Pino Siclari, che ha affrontato il tema: l’Unità d’Italia: centocinquantanni di capitalismo”; del prof. Franco Altimari, Vice rettore dell’Università della Calabria, che ha discusso su”storia e letteratura degli albanesi nel Risorgimento”; del ricercatore Umberto Gugliotti, che ha presentato i risultati di una preziosa ricerca sui giornali italo-albanesi nel Risorgimento; dell’architetto Rocco Pangaro che ha affrontato il tema del “rapporto tra città e campagna” e nuove forme di urbanizzazione rispetto ai problemi del Mediterraneo; del prof. Matteo Mandalà dell’Università di Palermo, che ha parlato del Movimento Risorgimentale Siciliano; del prof. Gianni Mazzei che si è intrattenuto sulle tematiche della scuola e del comportamento degli storici rispetto alla storia unitaria; del prof. Pino Siciliano, che si è intrattenuto su “luoghi e nomi dell’epopea risorgimentale degli italo-albanesi”.
Particolarmente significativi sono sati e due interventi istituzionali: la Professoressa Maria Francesca Corigliano, Assessore alle Minoranze Linguistiche della Provincia di Cosenza, e del Prof. Mario Caligiuri, Assessore alla Cultura della Regione Calabria.
La prima ha ricordato l’impegno dell’Amministrazione Provinciale sull’applicazione della Legge 482/99 riguardante la salvaguardia delle minoranze linguistiche; il secondo – che ha concluso i lavori – ha riassunto, con grande accortezza, le tematiche del dibattito, entrando anche nel merito di alcuni temi di attualità del pensiero gramsciano (che valgono anche per l’oggi) oltre ad esprimere impegno ed interesse della Regione Calabria verso iniziative come gli “Itinerari Gramsciani”, che rappresentano un patrimonio culturale per l’intera Calabria.
La manifestazione si è conclusa in tarda serata con iniziative a livello popolare; la premiazione della mostra di pittura contemporanea e la proiezione del film “Brönte, cronaca di un massacro”.


Nota
In collaborazione con i dipartimenti di filosofia e di linguistica dell’Università della Calabria, alla ripresa delle attività accademiche, si svolgerà un’iniziativa di approfondimento delle tematiche del Convegno, con la presentazione del “Dizionario Gramsciano”; l’iniziativa, che si sarebbe dovuta tenere il 23 luglio, come apertura degli “Itinerari”, si è valutato opportuno spostare in una fase di piena attività dell’Ateneo.