Relazione conclusiva di Mario Brunetti
Itinerari Gramsciani 2002: La cultura come risorsa

CHIUSI CON SUCCESSO GLI “ITINERARI GRAMSCIANI” DI PLATACI

In una suggestiva cornice di pubblico, che gremiva il salone delle Scuole Elementari di Plataci, si è chiusa la V edizione degli “Itinerari Gramsciani” che - come ha ricordato il Sindaco Prospero Stamati, portando il saluto della cittadinanza alle autorità, agli studiosi, ai docenti universitari, alle forze istituzionali, sociali e culturali presenti, seppure con grandi sforzi volontaristici, -si è andato affermando, in questi cinque anni, come una delle più significative manifestazioni estive della Calabria e di tutto il Mezzogiorno.

Il successo del Convegno Scientifico è stato straordinario non solo per le eccezionali presenze e per l’altissimo livello del dibattito, ma anche per il tema trattato e le per le prospettive da esso scaturite.

È certo inusuale, vedere in un piccolo paese arbëresh delle zone interne del Sud, Plataci, collocato nei primi contrafforti del Pollino calabrese, concretizzarsi un impegno culturale così intenso che, partendo dalla lettura di uno spaccato specifico della realtà, quello delle minoranze linguistiche, scrive un’importante pagina di politica mediterranea ed internazionale. Si è, infatti, trattato nel Convegno – come ha sostenuto l’On. Brunetti nella sua relazione introduttiva – di un tema di grande attualità: il Mezzogiorno in rapporto con il mediterraneo e con le altre aree periferiche d’Europa; della necessità di una nuova cooperazione in un’area inquieta in cui il contrasto tra etnie e religioni ha fatto, negli ultimi anni, deflagrare guerre feroci. L’antidoto a questa devastazione è stato individuato nella cultura come forma nuova di cooperazione nel Mediterraneo, capace di creare contemporaneamente comuni potenzialità di sviluppo e una nuova coscienza di tolleranza e di pace. Gli arbëresh, insediatisi nel Mezzogiorno d’Italia sin dal XV secolo, ha sottolineato Brunetti, possono avere su questo un ruolo altamente positivo. Essi si sono storicamente collocati, nei secoli, come forza portatrice d’unità e non di divisioni. È questo il messaggio che essi possono trasmettere nell’area dell’altra sponda del Mediterraneo, agli Albanesi in qualsiasi Paese essi siano collocati.

Sul terreno delle culture diverse nel Mediterraneo, si sono mosse le altre relazioni, quella del prof. Mario Bolognari, docente dell’Università di Messina, che ha fatto una disamina storica sul significato che hanno avuto le lingue e le conseguenti contaminazioni culturali nelle varie fasi storiche e il prof. Franco Altimari, pro-rettore incaricato dell’Università della Calabria, che ha, tra l’altro, sottolineato come l’Unical, nella prospettiva di un progetto di valorizzazione culturale delle minoranze sia in prima linea anche in collaborazione con l’Istituto Mezzogiorno-Mediterraneo, con cui ha sottoscritto un accordo di collaborazione, cosciente, peraltro, del ruolo scientifico che questa Università può avere nel Mediterraneo.

In questa prospettiva sono state indicate iniziative di grande interesse. L’ipotesi di un protocollo di collaborazione tra la Regione Calabria e il Governo Albanese per il recupero dei beni culturali ed ambientali comuni agli arbëreshe e al popolo albanese, proposto dall’Istituto MeMe, è stato il quadro di riferimento dell’intera discussione.

All’interno di questa proposta, la Professoressa Donatella Laudadio, assessore provinciale alla cultura di Cosenza, ne ha sottolineato l’importanza ed ha riferito sulle iniziative già intraprese e come l’Amministrazione Provinciale intenda, nell’ambito delle sue prerogative, promuovere un coordinamento di forze istituzionali disponibili per mettere in campo un progetto-arbëresh che sconfigga i particolarismi e faccia fare un salto di qualità sul terreno dello sviluppo collettivo. Su ciò, entrando più nel merito, si è soffermato anche il prof. Cesare Pitto, Docente dell’Unical e assessore alla cultura della Provincia di Crotone. La necessità di un lavoro comune con l’Albania per portare avanti efficacemente questa ipotesi è stata ricordata dal prof. Alfred Uci, membro dell’Accademia delle Scienze di Tirana e Presidente dell’Associazione “Lisi i arbrit” che si coordina, in Italia, con l’Istituto Meme. È stata sperimentata, su questo intervento, anche una forma di traduzione simultanea ad opera della studentessa Sandra Smilari.

Le proposte operative sono state apprezzate, oltre che dal rappresentante diplomatico dell’Albania a Roma, dall’Ambasciatore Italiano a Tirana, dott. Mario Bova il quale prendendo la parola ha voluto informare sul positivo impegno dell’Italia in Albania, mettendo, tra l’altro, in guardia di non scambiare gli stereotipi negativi con una realtà concreta ma, tenendo presente che essa è certamente diversa: l’Albania è una nazione amica dell’Italia e che ha con essa una forte connessione culturale, la quale, facendo leva sul suo orgoglio e la sua cultura, sta uscendo a grandi passi dalle difficoltà.

In questo contesto gli italo-albanesi del Mezzogiorno d’Italia possono avere un ruolo di grande importanza e, dunque, ha sostenuto che vada appoggiato un “progetto arbëresh” che contribuisca a consolidare l’amicizia tra l’Italia e l’Albania e la pace nei Balcani.

Negli interventi conclusivi degli Onorevoli Russo Spena e Marco Minniti, è stato affrontato, ognuno dal proprio punto di vista, il problema della immigrazione e della pace nel Mediterraneo, dando un segno tangibile del come il Convegno di Plataci, pur partendo da uno spaccato specifico di realtà abbia dato un contributo reale alla politica internazionale che si auspica porti avanti l’Italia.

Il Convegno si è concluso decidendo un appuntamento di verifica: le celebrazioni nel 2003, dell’anniversario della morte di Gerolamo De Rada, per le quali l’Istituto Mezzogiorno Mediterraneo, l’Università Stata della Calabria e Lisi i arbrit, hanno proposto un comitato ad hoc, coinvolgendo tutte le organizzazioni interessate in Italia e all’estero, ove vivono popolazioni di lingua albanese.

L’edizione degli “itinerari” 2002 si è conclusa con la premiazione per una gara di pittura attinente al tema e la rappresentazione, in lingua arbëresh, di una gustosa commedia che ha coinvolto l’intera popolazione di Plataci e dei comuni della zona.