Comunicato stampa

Itinerari Gramsciani 2017

Fosse successo in una città del Nord: Torino, Milano, o anche Roma, l’evento vissuto nella giornata del 29 luglio in Calabria, nel piccolo centro italo-albanese di Plataci, radio, tv e grandi testate giornalistiche avrebbero consumato ore di trasmissione e vistosi articoli di stampa per spiegare in mille modi il significato del grandissimo ed inaspettato successo della conclusione del XX anniversario degli itinerari gramsciani. Per la Calabria il trattamento è opposto. La grande stampa, infatti, e la “mega-macchina” del potere messa in moto per distruggere ogni residuo di impianto costituzionale, ha interessi a rappresentare il Sud solo come immaginario politicistico-moralistico di tutto il male possibile: mafia, camorra, illegalità ma, soprattutto, incapacità biologica dei meridionali di riscattare se stessi per cui sarebbe meglio “farli bollire nel proprio brodo” e lanciare la macchina europea a “due velocità” e formalizzare, così, definitivamente, la rottura materiale del Paese.

Ora, se è vero che il Sud lo hanno ridotto ad area neo-coloniale, appaltata alla mafia e ad un ceto politico che opera con uno spirito di mafiosità che lascia trasecolati i cittadini, è del tutto da rifiutare l’idea che il Mezzogiorno sia solo questo: c’è anche un’altra Calabria ed un altro Sud che operano sul terreno culturale e sull’impegno di ridare gli strumenti al Meridione per porre fine al degrado sociale, morale, culturale in atto e guardare ad un altro Mezzogiorno che possa dare ai giovani una speranza per il loro futuro.
L’esempio paradigmatico di questa verità è costituita dalla conclusione degli “Itinerari gramsciani” di Plataci. Un incontro che, da 20 anni, opera ed agisce per studiare le grandi trasformazioni del Sud e le ragioni che lo hanno portato alla situazione odierna, in cui si è raggiunto ogni limite di negatività. In uno scenario ambientale che costituisce un esempio di “bene comune” da difendere e utilizzare, un gruppo di noti uomini di cultura, docenti universitari, esperti di economia ha discusso a lungo sulla ipotesi posta dal Presidente dell’Istituto Mezzogiorno Mediterraneo, on. Mario Brunetti, ideatore e tenace difensore della necessità di affrontare, prima che sia troppo tardi, una riflessione sul drammatico ritorno del Mezzogiorno come punto centrale della crisi che stiamo attraversando e da qui, ripartire, nel nome di Gramsci, per rilanciare un’ipotesi meridionalista collocata dentro la più vasta “questione mediterranea”.
Brunetti va sostenendo che, l’abbandono da parte della sinistra e, in primo luogo del PCI, dell’ipotesi fatta da Gramsci di una via al socialismo in Occidente attraverso  la riforma totale del ruolo del Mezzogiorno come grande problema della democrazia e dell’unità nazionale che ha portato alla dissoluzione della sinistra e alla scomparsa dello stesso PCI, ha mollato tutti gli ormeggi di riferimento, facendo sparire le discriminanti tra destra e sinistra, portando avanti una unica linea economica, quella di una mondializzazione basata sulla teologia del mercato. Ciò pone la necessità di ripartire da questo errore di fondo riscoprendo i punti di riferimento di classe per ridare un’anima alla sinistra. Gramsci  può essere d’aiuto in questa impresa titanica.
Le relazioni successive hanno teso a coordinare un ragionamento di prospettiva tutto collegato a questa ipotesi strategica: il prof. Sen. Giovanni Russo Spena ha affrontato i temi del Mezzogiorno dentro il concetto di Stato che ha avuto in Gramsci un punto di riflessione sostanziale; il prof. Altimari Francesco, ha trattato l’importanza delle lingue minoritarie; il prof. Bolognari Mario ha affrontato il tema delle culture minoritarie nel Mediterraneo; il dott. Locatelli Ezio ha relazionato sul nuovo rapporto Nord/Sud; il prof. Siclari Pino si è intrattenuto  sul tema del rapporto tra Mediterraneo e Balcani; il dott. La Rocca Leonardo ha interloquito sul rapporto tra zone interne e culture popolari; il prof. Mazzei Gianni ha presentato come novità il libro di Mario Brunetti “Gramsci, l’uomo e la favola” e il saggio del stesso Mazzei di raffronto sulle affinità tra la sorte di Gramsci e quelle di Silvio Pellico e le prigioni di Moro. Il dibattito è proseguito con altre relazioni del sen. Guido Pollice sui problemi ambientali come prioritari rispetto alle scelte internazionali e del sen. Lauricella Angelo che ha confrontato le emigrazioni italiane nel mondo e la drammaticità dei profughi inquadrandoli in una politica internazionale che faccia della solidarietà un punto di riferimento.
Questo ricchissimo dibattito si è concluso con alcune decisioni operative: la pubblicazione in tempi brevissimi di tutto il materiale che, assieme alle pubblicazioni presentate, costituisca il contributo sostanziale alle iniziative portate avanti nell’80 anniversario della morte di Antonio Gramsci e un appello al Capo dello Stato perché dia tutto il suo impegno per superare le inadempienze nell’applicazione della legge 482/99 di salvaguardia delle minoranze linguistiche per quanto riguarda i problemi del diritto all’accesso alle radio-televisioni, dell’insegnamento delle lingue parlate nelle scuole di minoranza, delle rappresentanze istituzionali sulle quali Brunetti ha annunciato una iniziativa, se perdurasse l’attuale situazione, agli organismi europei, politici e giuridici per richiedere una deliberazione nei confronti di questa inadempienza.
La presenza in questa iniziativa di due personalità a livello internazionale danno il senso dell’importanza dei problemi posti: la concessione al prof. Antonio Gramsci jr, docente di musica balcanica presso l’Università di Mosca e nipote diretto di Antonio Gramsci, della cittadinanza onoraria, motivata, dopo il saluto del sindaco  avv. Tursi Francesco, dalla studentessa universitaria e addetta alla cultura del Comune di Plataci, Lucia Brunetti che, a livello simbolico, rappresenta una internazionalizzazione della nuova questione meridionale partendo da Antonio Gramsci; la seconda quella della dott.ssa Anila Bitri, Ambasciatore dell’Albania di recente nomina in Italia, con cui si sono concordate una serie di iniziative da portare avanti nell’area jonico-mediterranea soprattutto sul recupero archeologico e ambientale, vera e propria ricchezza a cielo aperto dalla Magna Grecia a Butrinto in Albania ed oltre, che possono dare una prima risposta ai problemi drammatici dell’oggi con una nuova cooperazione nel Mediterraneo. Entrambi hanno espresso forti apprezzamenti sul libro di Mario Brunetti in cui, peraltro, sono riportati molti documenti sulle origini italo-albanesi del ceppo Gramsci.
Il clima di festa, che si respirava in tutti gli angoli delle strade, ha concluso le manifestazioni a notte inoltrata sul pianoro Rrahu i bukurit dove, in piena fratellanza, il popolo di Plataci ha accolto il nuovo cittadino illustre Antonio Gramsci jr.
Entro la fine delle celebrazioni dell’80° anniversario della morte di Gramsci, analoga iniziativa si terrà a Tirana e a Gramsh, in collaborazione tra l’Istituto MeMe - Fondazione Brunetti ed Università albanese. In questa occasione parteciperanno al Convegno, come premio, le due ragazze che hanno svolto il miglior tema sulla vita di Antonio Gramsci in una immaginaria intervista con lo stesso, Santagada Martina e Troiano Serena, della classe III A dell’Istituto comprensivo “G: Pascoli” di Villapiana-Plataci.
Sarà poca cosa per chi intende la politica come ripiegamento tecnico ed affaristico, ma questa iniziativa di Plataci ha dato identità culturale e prestigio internazionale alla Calabria e a tutto il Mezzogiorno.

 

30/07/2017

L’UFFICIO STAMPA DEL MEME